La regione Toscana deve smaltire 500mila visite specialistiche ed esami diagnostici accumulati nei mesi più duri della pandemia e nelle varie ondate di contagio. A cui si aggiungono gli oltre 37mila interventi chirurgici da effettuare per tornare alla normalità. Per le visite e soprattutto per la diagnostica l’assessore alla salute della Toscana, Simone Bezzini ha detto che coinvolgerà il privato accreditato. Il messaggio è stato recepito da Aiop, associazione Italiana Ospedalità Privata, della Toscana. Non c’è molto tempo, perché entro il 24 febbraio le regioni dovranno presentare al ministero della Salute il piano strategico di rientro delle liste di attesa. E tre giorni prima, il 21 febbraio, il documento dovrà essere approvato dalla giunta. Alla Toscana spettano oltre 30 milioni di euro, di cui 20 milioni andranno alla specialistica e 10 milioni alla ospedalità.
Paolo Spolaore e Francesco Matera, presidente e vice della Aiop Toscana, parano chiaro: “Vogliamo mettere a disposizione le strutture private accreditate – scrivono in una nota – in modo da venire incontro alle esigenze dei pazienti continuando nel percorso di collaborazione e di sinergia pubblico-privato a sostegno e per soddisfare la richiesta di prestazioni”. Aiop sottolinea come ci sia disponibilità di strutture e quindi di personale qualificato soprattutto nei reparti di ortopedia, urologia, oculistica, cardiologia, medicina generale nonché nei servizi di specialistica ambulatoriale e di alta diagnostica per immagini.
“Le nostre agende – dicono Spolaore e Matera – prevedono un’ampia disponibilità di posti per risonanze, Tac, spirometrie e anche per tanti importanti accertamenti diagnostici. Abbiamo letto che per effettuare esami strumentali le liste d’attesa nella sanità pubblica si arriva ad attendere un anno. Logico e responsabile da parte nostra mettersi a disposizione per arrivare a un abbattimento dei tempi di attesa”.